VISITE MOSTRE BREAK WEEK

Durante la settimana di break week, gli studenti di Fashion Design e Fashion Styling hanno avuto modo di visitare alcune mostre e fornire delle review riguardanti l’esperienza vissuta, la scelta del perché visitare tale mostra e il tipo di emozioni che ha suscitato, qui di seguito alcune recensioni.

MOSTRA DI STEVE MCQUEEN

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le premesse della mostra mi hanno molto incuriosito. Lo spazio espositivo è stato scelto appositamente per creare un’ambiente coinvolgente e immersivo per lo spettatore. Le opere multimediali all’interno si prendono il compito di creare nello spettatore l’imput di riflessione del tema proposto, tra cui il razzismo. Il tutto è lasciato libero all’interpretazione personale, l’autore non cerca in nessun modo di coinvolgere lo spettatore. Sono sempre inoltre stata molto interessata al mondo del cinema, questa mi è quindi sembrata un’ottima occasione. Sfortunatamente all’interno della mostra non è permesso fare foto e video, scelta che ho molto apprezzato in quanto riesce a creare una maggiore connessione tra le opere e lo spettatore. La mostra era molto interessante nel suo insieme, in particolare come solo attraverso suoni e immagini l’autore sia riuscito a creare un grandissimo coinvolgimento emotivo. Mi piacerebbe molto approfondire l’argomento, lasciando però passare un po’ di tempo dalla visita. Il coinvolgimento era tale da avermi lasciato anche effetti fisici oltre che emotivi, di conseguenza avrei bisogno di lasciare sedimentare queste sensazioni, prima di riaprire l’argomento. Ritengo inoltre che gran parte della forza della mostra risieda nel luogo che crea un grande coinvolgimento dello spettatore, lasciandolo concentrare solo sulle opere proposte e sui proprio pensieri. La decisone di vietare foto e video fa si che la mostra acquisisca la valenza di un fantasma, nessun racconto spiegherà mai abbastanza bene le emozioni provate con la visione dei filmati. Non trovo neanche corretto in realtà provare a raccontare la mostra, va conservata al pari di un tesoro, invogliando a prenderne visione più che ascoltandone i racconti.

Sara Pizzocolo – Fashion Design

MOSTRA DI FILIPPO DE PISIS

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ho visitato l’esposizione dell’artista Filippo Pisis presso il Museo del Novecento a Firenze. Dopo aver seguito il percorso, sono entrata e ho ammirato le prime creazioni e racconti di Pisis. Una, in particolare, mi ha colpito fin da subito. Si trattava di uno sfondo nero con al centro una fotografia e in basso un’immagine strappata in diversi pezzi. Probabilmente è proprio per questo motivo ho scelto di visitare “L’illusione della superficialità. Quando è il presente?”, volevo cercare una risposta, comprendere al meglio cosa significhi il tempo al presente e come comportarsi per viverlo appieno. Spesso non siamo in grado di assaporare alcuni momenti della nostra vita perché presi da tanti pensieri, preoccupazioni e delusioni, ma secondo me dovremmo partire proprio da qui: rivedere il nostro passato e prevedere il nostro futuro, ma agire per il nostro presente. Oltre a ciò, penso che il motivo per cui ho scelto di osservare questa esposizione sia perché solitamente i musei in cui vado offrono raffigurazioni riguardanti soggetti, i quali hanno un’interpretazione più semplice rispetto a nature morte o oggetti in still life, e, quindi, ho deciso di cogliere questa sfida e trovare una nuova chiave di lettura. Uno dei primi quadri che hanno catturato la mia attenzione è stato quello in cui veniva ritratto un cappello su un davanzale vicino ad una cornice contenente un’immagine. Ho pensato subito al davanzale della finestra in cucina a casa mia e a come fosse simile all’immagine vista a Firenze, non solo per gli oggetti posizionati, ma anche per la vista sulla natura.

Ester Gorgaini – Fashion Styling

MOSTRA DI BANKSY

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L’arte in ogni sua forma mi ha sempre attratta e incuriosita. Studiare e verificare gli edifici, gli artisti e le loro opere mi emoziona, generando in me la voglia di viaggiare e conoscere. Riflettere sul mondo in cui viviamo è essenziale per comprendere la realtà. L’ambito sociale, culturale, politico ed economico vengono trattati ed espressi da numerose attività creative, tra queste la Street Art. Considerata una forma di espressione dell’arte moderna che utilizza bombolette spray, stencil, colori acrilici e pennelli. Le sue origini sono poco chiare, di certo si sa che negli anni settanta si è incominciato ad assistere a questo fenomeno socio-culturale e solo attorno all’anno duemila, l’arte di strada ha avuto il suo massimo splendore, grazie soprattutto all’artista inglese Banksy, cui ancora oggi non si conosce la vera identità. L’interesse in primis mi ha portata a scegliere di visitare la mostra d’arte “The world of Banksy”, presso la galleria dei mosaici, nella stazione centrale di Milano. Un’esperienza, un vero e proprio viaggio, che mi ha trasmesso emozioni e riflessioni sulla realtà che ci circonda, grazie alle numerose tematiche trattate dall’artista. Le sue opere a sfondo satirico generano allo spettatore riflessioni sul sistema e sulla società odierna. L’obiettivo è di sensibilizzare il pubblico diffondendo messaggi di protesta e di lotta in un mondo in cui i beni materiali prevalgono sui valori spirituali. Nei suoi murales, apparsi su strade, muri e ponti di città in tutto il mondo, evidenza tematiche come: le assurdità della società occidentale, la manipolazione mediatica, l’omologazione, le atrocità della guerra, l’inquinamento, lo sfruttamento minorile, la brutalità della repressione poliziesca e il maltrattamento degli animali. Tali messaggi vengono veicolati mediante soggetti come scimmie, topi, poliziotti, ma anche bambini, gatti e membri della famiglia reale. Manipolando i codici comunicativi della cultura di massa, Banksy traspone questi temi atroci in opere piacevoli e uniche, in grado di sensibilizzare i destinatari sulle problematiche proposte

Veronica Toso – fashion Design

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