Cool Hunter: quando scovare i nuovi trend diventa un lavoro
Cool Hunter: origini e diffusione di questa nuova professione
Il cool hunter è un affamato cacciatore di idee, novità, atteggiamenti, comportamenti, è il collegamento tra il mondo che scorre veloce sulle strade, e le aziende (o la collettività e la rete, nel caso di blog e siti di cool hunting). Nel design e nelle professioni creative in genere (quelle fatte per bene intendo), la fase di ricerca è forse la più importante di tutte. Analisi e sviluppo sono decisive per la buona riuscita di un progetto ma senza una ricerca adeguata non ci sarà mai vera qualità.
Con la diffusione dei social network e dei blog siamo diventati tutti un po’ cool hunter, condividiamo con il mondo tutto quanto ci colpisce e ci interessa. Come al solito a fare la differenza non è tanto cosa si fa, ma come lo si fa. Tutti possiamo usare una bella macchina fotografica di ultima generazione, ma questo non fa di noi dei fotografi professionisti. È lo stesso per il mestiere di cool hunter: non basta essere appassionati di design o di moda, il cool hunter di professione ha una base culturale multidisciplinare, direi olistica, è curioso, attento, ama viaggiare fisicamente e con la mente, ama le contaminazioni, ama le sperimentazioni, archivia con precisione le informazioni e ha uno spiccato senso analitico.
Quella del cool hunter è una professione liquida, non presuppone necessariamente una formazione specifica (anche se sono disponibili percorsi di studio in materia molto qualificanti) ma per essere fatta come si deve necessita prima di tutto di grandi qualità caratteriali, analitiche, culturali.
Cosa fa esattamente il Cool Hunter?
Ti sarai sicuramente chiesto: il Cool Hunter cosa fa?
Il lavoro di cool hunting non è solo divertimento e spensieratezza, il cool hunter professionista raccoglie informazioni, le raccoglie il più possibile di prima mano, direttamente alla fonte, il più possibile senza filtri.
Fotografa e prende appunti per le strade del mondo, frequenta gli eventi più diversi e più lontani concettualmente tra loro, sperimenta contaminazioni settoriali (shifting creativo), conosce a menadito il mondo del web, dei blog tradizionali e soprattutto dei fenomeni di microblogging in cui regnano le immagini, come Instagram, Pinterest, ma anche Flickr, Tumblr, e social network come TikTok. Organizza minuziosamente il materiale che raccoglie, lo analizza, lo passa al setaccio, ne da chiavi di lettura. Prepara dossier e reportage specifici, analizza target e mercati (tabelle di marketing), percezione e posizionamento del marchio (matrici di brand perception e brand positioning), realizza moodboard (tavole creative di riferimento), si confronta con i settori creativi, commerciali e design delle aziende. Ci sono un sacco di parole inglesi, infatti un cool hunter deve conoscere il mondo e le lingue più usate, quelle delle regioni geografiche più cool del momento.
Ma si può fare cool hunting anche in altro modo, curando un magazine, oppure un blog. Molti esempi di cool hunting affollano la rete. Il tema della moda è sempre il più centrale e il più controverso, segnato da una guerra senza confini nella rete: influencer, cool hunter, fashion victim, wannabe, fashion addicted, trend setter… le definizioni sono pressoché infinite… così come è inarrestabile il fiume di informazioni che percorre la rete internet quotidianamente.
Cool Hunting: come scoprire nuovi trend?
Olivia Kim, la celebrity tra i buyers, la cacciatrice di tendenze per eccellenza, durante una recente intervista ha detto:
“Quando visitate una città per la prima volta, andate subito in un supermarket! È un modo immediato per vedere come vivono le persone di quella città, cosa mangiano, cosa comprano. Siate sempre curiosi e guardatevi attorno, ovunque! Comprate sempre tante riviste e informatevi su più cose possibili: moda, musica, arte. Anche guardare solo le immagini è un buon allenamento”
Lei è un’estimatrice convinta del passaparola e sostiene che “sui social vince chi è se stesso” e che non bisogna aver paura di rischiare.
Come gestire l’immagine sui social network?
Fotografare e prendere appunti per le strade del mondo è alla base del lavoro del cool hunter. I fotografi di street style sono davvero tantissimi. Uno tra i più amati che vi consiglio di seguire su instagram è Tommy Ton, il blogger canadese autore del sito jakandjil.com, stimato dai più importanti stilisti.
Quali percorsi di studio intraprendere questa professione?
Il cool hunter formato in scuole di marketing, moda o design ha dalla sua un bagaglio di strumenti di lettura della società e del mercato potenzialmente decisivi per il buon risultato del suo lavoro, tuttavia proprio quello stesso bagaglio può condizionarlo e limitarlo nelle esplorazioni del nuovo, del diverso, del cool inesplorato. Chi viene da esperienze formative diverse ma non lontane, come la sociologia e le materie umanistiche ad esempio, ha senza dubbio una maggiore verginità mentale, da valorizzare in quanto non condizionata dagli studi settoriali. A far la differenza, ancora una volta, è la qualità delle persone, la passione, la cultura, la voglia di mettersi in gioco e di sperimentare.
Anche il corso in Fashion Stylist e Comunicazione può essere un percorso formativo adatto per chi vuole intraprendere questa carriera.
La professione del cool hunter è fatta di ore passate per strada a fotografare e prendere appunti sulle abitudini della gente, di ore passate al computer a scavare in profondità nella rete alla ricerca delle fonti di ispirazione più inesplorate, di ore passate a leggere libri e sfogliare riviste del settore, di ore passate ad analizzare il materiale raccolto, di ore dedicate alla realizzazione di moodboard contenenti spunti sia descrittivi che evocativi, di ore di confronto con i settori creativi e produttivi delle aziende.
Chi è il Cool Hunter più famoso ad oggi?
Forse il cool hunter più celebre nel settore del fashion è Scott Schuman, meglio conosciuto come The Sartorialist, un cool hunter che grazie alla sua autorevolezza ha oramai anche il potere di imporre a sua volta fenomeni alla moda, quindi con un potere da trend setter. Ovvero quel che lui seleziona può trasformarlo in cultura di massa.