Studiare moda: intervista alla docente di Moda Sostenibile

Intervista alla docente IFDA Carla Bordini del corso di Moda Sostenibile

Perchè è importante studiare moda? Parola alla docente Carla Bordini

Studiare moda a Milano, in un momento storico nel quale ci troviamo, è ancora importante? La risposta è scontata, ma cerchiamo di capire insieme perché è fondamentale frequentare un corso di laurea di moda e come è cambiato lo studio di una materia che cambia e si evolve alla velocità della luce: la moda.

Per avere tutte le risposte, abbiamo intervistato Carla Bordini Bellandi, consulente ed ex dirigente d’azienda, nonché insegnante di alta formazione presso IFDA – Italian Fashion and Design Academy – per le materie “Moda Sostenibile” e “Teoria del Colore.

Ecco l’intervista completa: leggi e scopri perché non puoi non Studiare Moda a Milano!

Oggi per chi desidera studiare moda, non può prescindere dalla scelta della città e delle materie che vengono affrontate in un piano di studi. Difatti, una delle città che offre corsi di formazione moda completo e strettamente legato con la realtà del fashion system è senza dubbio Milano. Oltre a ciò, una delle compentenze che un professionista del settore moda deve conoscere è la “sostenibilità”.

La “Moda Sostenibile”, un concetto delicato e di estrema importanza, a cui vogliamo dedicare il giusto spazio lasciando la parola ad un’esperta della materia: Carla Bordini Bellandi.

Carla, che cosa significa per te “moda sostenibile”? Quali sono i principi fondamentali su cui si basa?

Fare “moda sostenibile” significa lavorare in modo responsabile e consapevole. Nel realizzare progetti fashion è necessario minimizzare l’impatto sull’ambiente e perseguire il miglioramento della qualità della vita delle persone, con lo scopo di permettere alle generazioni future di soddisfare i propri bisogni almeno nella misura in cui lo possiamo fare noi oggi.

Quali sono i materiali più sostenibili per la produzione di abbigliamento e accessori? E quali invece dovrebbero essere evitati?

I materiali sostenibili provengono in primis dal riciclo o dal riuso di scorte inutilizzate, con l’obiettivo teorico di non creare nuovi materiali se ce ne sono altri disponibili che corrispondano alle necessità. Sono sostenibili tutti i materiali biologici se ottenuti responsabilmente, come pure le fibre sintetiche se ricavate dal riciclo.

Come si può garantire che i prodotti di moda siano effettivamente prodotti in modo sostenibile? Quali sono i criteri di valutazione?

È necessario contare su aziende produttrici certificate, sulle certificazioni dei prodotti e sulla loro tracciabilità, per riuscire a far chiarezza sulla filiera, dissipando ogni dubbio.

Come possono i consumatori fare la loro parte per promuovere la sostenibilità nella moda? Quali sono le scelte migliori da fare?

Vetrina di un brand di moda sostenibile

I consumatori dovrebbero, a mio avviso, accordare fiducia a marchi seri, che comunicano con coerenza e trasparenza. È importante informarsi e perseguire le proprie scelte con determinazione, senza lasciarsi attrarre dalle sirene del fast fashion e dei prezzi bassi…

Secondo te Carla quali sono le sfide principali nel promuovere la moda sostenibile? Come si possono superare queste sfide?

Le sfide sono molte, il terreno è scivoloso…. La scelta sostenibile all’inizio è costosa perché implica innovazione e investimenti. Occorre che le aziende disegnino business model al passo con i tempi per non arrivare in ritardo. Questo è il momento di fare le scelte che premiano nel futuro. Contemporaneamente è importante comunicare bene per informare i clienti, oltre tutti gli stakeholder, sul percorso intrapreso.

Mai come ora la trasparenza è un dovere, oltre che essere una caratteristica apprezzabile.

Quali sono i marchi e le aziende che si stanno distinguendo per la loro attenzione alla sostenibilità? E quali invece sono ancora indietro in questo ambito?

A partire da Stella McCartney, pioniera della sostenibilità, per arrivare a Rifò, conosciuto più dagli addetti ai lavori che dal grande pubblico, diversi marchi del lusso perseguono scelte sostenibili. Allo stesso modo lo fanno tanti piccoli marchi, come per esempio l’italiano Blue of a Kind, capace di creare jeans unici, con contenuto moda nettamente superiore a quelli prodotti in serie.

È sostenibile:

  • chi dà nuova vita all’usato;
  • chi affitta abiti d’alta moda;
  • chi ricostruisce pellicce “smesse” per non sprecare un materiale preziosissimo, che è comprensibile, nel mondo di oggi, ed accettabile solo se recuperato.

Come può la moda sostenibile contribuire a ridurre l’impatto ambientale dell’industria della moda in generale? E come può contribuire a migliorare le condizioni dei lavoratori nel settore?

Lavorando concretamente su progetti sostenibili. Come è noto, la sostenibilità si regge su tre pilastri: ambientale, sociale ed economico. Prevede il rispetto di norme atte a tutelare l’ambiente e le persone, misurando e riducendo l’impatto ambientale. Infine, garantisce salari dignitosi e miglior qualità di vita per le persone.

Quali sono i trend più promettenti nel campo della moda sostenibile? E quali invece sono ancora poco sviluppati?

L’acquisto di capi vintage sta crescendo, come anche l’uso, da parte dei marchi del lusso, di materiali alternativi, soprattutto quando si tratta di fibre che appaiono nuove e teoricamente attraenti al consumatore. Purtroppo, il processo si muove a rilento e sul mercato informazioni spesso contraddittorie non facilitano la vita a chi lavora con impegno e coerenza: fino a quando si darà credito ai colossi del fast fashion che, come il canto delle sirene, lanciano messaggi sostenibili improbabili, non sarà facile progredire.

Come si può educare i giovani alla sostenibilità? Quali sono i programmi educativi più efficaci?

Credo sia necessario educare le nuove generazioni fin dalla tenera età, a partire dalla scuola elementare, spiegando con parole semplici le basi della sostenibilità. Solo comprendendo le cause profonde dei costi ambientali e sociali derivanti da scelte scorrette e incompetenti i giovani cresceranno consapevoli dei vantaggi della moda sostenibile. Concetti cruciali come “qualità”, “durata”, “riciclo” e “riuso” dovrebbero far parte della quotidianità di tutti. Sono idee positive, che ridanno valore al guardaroba di ognuno, all’intento di creare un “armadio” pensato e funzionale, personale, al quale essere affezionati, da integrare nel tempo con nuovi pezzi che lo valorizzano e lo rendono unico. Idee efficaci, che si oppongono fortemente alle abitudini diseducative, che impongono acquisti continui e scadenti. Il processo educativo ed informativo, però, deve avere un flusso costante. La buona comunicazione non deve “mollare”mai.

Quali sono le speranze e le sfide future per la sostenibilità? Cosa ci si può aspettare nei prossimi anni?

Immagine a cura di Carla Bordini legata alla sostenibilità ambientale

Le sfide sono innumerevoli e continue; dalla difficoltà degli operatori ad adattarsi a concepire e perseguire nuovi modelli di business al prezzo della sostenibilità, o alla semplice scomodità, soprattutto iniziale, ad accedere alle materie prime adeguate. L’impreparazione ad affrontare il percorso. Non ultima fra le sfide, e la più subdola, l’evidenza che, data la scarsa sensibilità di un’enorme fetta di mercato, esista ancora opportunità di guadagno “più facile” per chi decida di continuare come prima e come se niente fosse, senza intraprendere un percorso di sostenibilità, o soltanto fingendo di farlo. E qui entra in gioco il greenwashing, la comunicazione compiacente, costruita ad arte per dimostrare alla clientela un impegno in realtà inesistente o insufficiente. L’esempio virtuoso dei marchi del lusso però, insieme alla coscienza sostenibile dei Millennial e della Gen Z, sono stimoli importanti, che giocano a favore dello sviluppo sostenibile della moda.

Quanto è importante affrontare in un corso di formazione la materia sostenibilità della moda?

È fondamentale studiare moda sostenibile, una materia così delicata e importante, all’interno dei corsi di formazione moda. Tutti gli operatori della moda, di qualunque ruolo, sono tenuti, oggi, ad essere preparati sulle tematiche relative alla gestione sostenibile della moda. Chi non lo è, fatica ad orientarsi in un mondo per loro difficile da capire.

Carla, entriamo più nel cuore del tuo lavoro… da docente come ti sei trovata ad interagire con gli studenti di moda riguardo tematiche così complesse e che risposte hai avuto?

Curiosità, stupore… Inizialmente gli studenti sono convinti di conoscere già la materia. Hanno la falsa impressione che tutto si risolva nel selezionare tessuti o filati alternativi, che questo significhi avere fatto la propria parte. Quando si accorgono, però, che c’è molto di più, che la sostenibilità nella moda è, nel mondo contemporaneo, una tematica di processo complessa e imprescindibile, il loro interesse cresce. Si appassionano…

Quali sono le competenze che si acquisiscono durante la tua materia e che valore aggiunto possono portare gli studenti diplomati quando entrano nel mondo del lavoro?

Innanzitutto, si acquisisce la preparazione per poter parlare di sostenibilità senza apparire inappropriati. Poi si capiscono i sistemi che la regolano, si mette in pratica la capacità di giudizio… Dal corso di moda si esce preparati ad affrontare un impegno nel mondo della moda, quello che abbiamo – oltre che nei confronti del mercato contemporaneo, particolarmente esigente e preparato – nei riguardi dell’ambiente e dei nostri simili.

Perché uno studente dovrebbe scegliere di studiare in IFDA ed in particolar modo studiare una materia come “moda sostenibile”?

IFDA è un’accademia seria a Milano, un’istituzione che crede nella specializzazione, che offre ai giovani la possibilità di capire, conoscere e praticare il mondo della moda. Una materia come “moda sostenibile” rappresenta l’approccio contemporaneo al mondo del fashion, senza il quale non è semplicemente possibile affrontare design, produzione e mercato.

Da docente e professionista in questo settore, quali consigli daresti per arrivare preparati alle tue lezioni e per superare l’esame con ottimi risultati?

Di essere curiosi, di guardarsi attorno e di imparare ad approfondire i fenomeni che governano la società, l’attualità e la moda. Solo così possiamo avvicinarci alla moda contemporanea e alla moda sostenibile consapevoli di ciò che è necessario imparare e convinti che il nostro apporto, la nostra competenza specifica potranno contribuire attivamente a costruire un contesto adeguato e migliore…

Per concludere Carla, quali sono le skills che un* student* di un corso di moda dovrebbe avere?

Poliedricità, passione, sincero interesse per un fenomeno, la moda, che nasce da un giusto mix tra creatività e competenza. Ci vuole molto impegno per affrontarla ma, con i giusti mentori e seguendo un percorso serio, porterà grandi soddisfazioni.

fotografia a cura di Carla Bordini docente di Moda Sostenibile e Teoria del Colore presso IFDA
Scatto realizzato da Carla Bordini

Un’intervista profondamente esaustiva, che ha toccato tantissimi aspetti: siamo partiti dal concetto di “moda sostenibile” fino ad arrivare allo studio della stessa all’interno di un corso di moda a Milano.
Per tutti i motivi esposti, perché non combinare Milano e lo studio della “moda sostenibile” scegliendo di studiare moda presso IFDA? Milano è una piazza troppo importante ed il cuore del Fashion System dove poter rimanere continuamente informati e aggiornati sugli sviluppi di un settore come quello della moda che non si ferma mai.

Quindi dove si può studiare moda in Italia per avere delle basi concrete in vista di un lavoro duraturo nel settore?

Una delle soluzioni accademiche migliori nel panorama formativo italiano suggerite dalla docente Carla Bordini, è l’accademia di moda IFDA – Italian Fashion and Design Academy – una scuola di moda con corsi triennali e annuali di formazione moda. I corsi di laurea moda forniscono le conoscenze teoriche, competenze tecniche e metodologiche per poter lavorare nel mondo della moda e del lusso, la cultura, la sensibilità e tutte le competenze tecniche e creative per entrare nel Fashion System.

Quali sono i corsi di moda in cui si studia Moda Sostenibile?

I corsi triennali di moda che prevedono lo studio della materia Moda Sostenibile sono:

  • Fashion Design
  • Fashion Styling e Comunicazione

Il programma del corso triennale di Fashion Design prevede:

  • lo studio approfondito dell’evoluzione del mondo della moda;
  • l’analisi completa della produzione di un capo;
  • lo studio dei principali metodi di ricerca tendenze;
  • la realizzazione di moodboard;
  • focus su moda sostenibile e comunicazione visiva.

Al termine del corso di Fashion Design ogni studente sarà in grado di disegnare una propria collezione e avrà una certificazione valida a livello internazionale. Le lezioni in aula, nei laboratori e le esperienze sul campo consentono di ottenere l’autonomia necessaria per ideare, sviluppare e realizzare progetti di collezione da inserire nel proprio portfolio per i colloqui di lavoro. Durante il corso, ci sono lezioni ed incontri con i professionisti del settore, docenti interni o consulenti esterni. Essi ricoprono varie cariche nella moda: fashion designer, fotografi, art director, redattrici, manager. Inoltre, parteciperà a workshop, seminari, concorsi, progetti speciali, visite ad aziende, fiere del settore ed eventi come la Milano Fashion Week.


Il corso Triennale Fashion Styling e Comunicazione si sviluppa in maniera diluita e approfondita nel corso di 3 anni. Fornisce una preparazione a 360 gradi sullo styling e la comunicazione includendo competenze legate al mondo del fashion design. Il corso di moda prevede un percorso formativo interdisciplinare, che comprende:

  • una concreta base culturale;
  • una conoscenza dei nuovi media;
  • tecniche di comunicazione integrata,
  • tendenze;
  • fashion design;
  • fotografia;
  • conoscenza approfondita della merceologia tessile.

Oltre a queste competenze, il Fashion Stylist imparerà anche le basi della comunicazione visiva e del visual merchandising per poter lavorare in tutti i settori del sistema moda legati allo styling e alla comunicazione.

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